Alla classica domanda "Che cosa vuoi fare da grande?", che ogni bambino si sente rivolgere almeno una volta al mese da parenti, amici dei parenti e parenti degli amici, superata la fase "poetica" dell'astronauta o dell'agente segreto e quella sportiva del tennista, rispondevo più o meno con sicurezza: "Il giornalista!".

Collaborai con il periodico, assumendo nel tempo anche la qualifica di caposervizio, prima, e di caporedattore, poi, fino all'aprile del 1997 quando decisi che era giunto il momento di tentare nuove strade. Anche se quella dei fumetti era ancora lontana dodici mesi, tuttavia, quei quattro anni di lavoro, con tutte le vicissitudini che capitarono (il fallimento della casa editrice, la querela del magistrato Antonio Di Pietro e le telefonate in redazione di Moggi...), sono stati comunque molto formativi.
Vent'anni fa, oggi, usciva quel mio primo, piccolo articolo.
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